Città:
Napoli
Anno:
1890
Liutaio:
Vincenzo Postiglione
Da “
Il Museo della Musica” di Artemio Versari
Questo strumento che riscosse a suo tempo molte simpatie presso i musicisti ed i dilettanti di musica, non è che una normale viola usualmente a 6 o 7 corde provvista, di un ugual numero di corde di risonanza.
Tese a media distanza fra le corde dell’archetto e la tavola armonica, le corde di risonanza, le corde di risonanza vibrano per simpatia, cioè entrano in vibrazione quando sono sollecitate dalle vibrazioni prodotte dalle altre corde. Ne deriva una maggiore risonanza ed una notevole dolcezza di suono.
La viola d’amore apparve sul finire del Seicento e godette di notevole popolarità fino almeno al tardo Settecento.
Il principio delle corde simpatiche venne applicato a viole di diverso formato, da braccio e da gamba. Si creò dunque una vera e propria famiglia, ai cui componenti vennero dati nomi particolari, come nel caso della viola d’amore da gamba, detta
viola pomposa.
Non è certa l’origine del termine d’amore. E’ stato indicato come motivo di derivazione possibile, la testa dell’amorino scolpita alla sommità del cavigliere.
Altri hanno suggerito, con riferimento all’impronta orientale delle corde di risonanza, che viola d’amore sia una corruzione di
viola de’ mori.
Da “
La Grande Liuteria Italiana” di Artemio Versari
Vincenzo Postiglione uno dei massimi liutai della seconda metà dell’Ottocento, nacque a Napoli nel 1835.
Allievo del padre, seguì i modelli classici napoletani e cremonesi, realizzando una buona produzione di ottimo livello oggi moto apprezzata.
Formò numerosi allievi che costituirono il nucleo più importante della scuola napoletana del Novecento.